Backup dati del dipendente: è reato?

17 febbraio 2021

Il dipendente che effettua il backup dei dati aziendali in vista di nuove opportunità professionali è colpevole del delitto di accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615-ter c.p., punito fino a tre anni).

Questo orientamento è confermato da una costante giurisprudenza (in ultimo Cass. pen., sez. V, sent. 34296/20): nel momento in cui il dipendente viola le regole dettate dal datore di lavoro e dall'amministratore di sistema e supera i limiti entro cui rientra il suo potere di accesso (specie per assicurarsi dati utili per nuove opportunità di lavoro) commette il delitto, perseguibile a querela della persona offesa.

Tale condotta è molto diffusa ed è stata trattata più volte dallo Studio: oltre al possibile danno a carico del datore di lavoro, espone l'Ente a possibili contestazioni da aziende terze, specie in caso di utilizzo di dati coperti da diritti di proprietà industriale/intellettuale. Per questo, diviene fondamentale disporre precise indicazioni organizzative e prassi che rimarchino l'importanza dell'utilizzo del patrimonio aziendale secondo le finalità proprie del rapporto.

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